I messaggi subliminali influenzano il vostro pensiero a vostra insaputa…?

A cura di Francesca Romana Seganti

“I messaggi subliminali influenzano il vostro pensiero a vostra insaputa”…uno scherzo? Si, ma ovviamente il titolo era solo una scusa per invogliarvi a leggere, che siate fattorelliani o soprattutto che non lo siate.

Già perché chi non ha seguito le lezioni del Prof. Ragnetti, molto facilmente sarà attratto dalle numerose teorie che sostengono che le persone possano essere condizionate in modo subliminale, ovvero inconsapevolmente, attraverso messaggi, spesso sotto forma di immagini, che al livello consapevole non ci si rende conto di aver visto.

Un esempio noto: cinquant’anni fa, il ricercatore di mercato, James Vicary, sostenne di aver sperimentato che nelle sale cinematografiche si potessero condizionare gli Americani a bere più coca cola e a mangiare più pop corn proiettando sullo schermo messaggi flash (della durata di una frazione di secondo) contenenti immagini pubblicitarie dei suddetti prodotti. Egli sostenne che utilizzando questa tecnica le vendite di coca cola erano salite del 57.5 per cento.

Il caso di Vicary e della coca cola è uno tra i più famosi, ma ce ne sono tantissimi ed in particolare quelli relativi alla musica ed ai famosi dischi (dei Led Zeppelin e Ozzy Osbourne, solo per fare qualche nome) che ascoltati al contrario inneggiano a Satana e alla droga e quindi porterebbero i ragazzi sulla strada della perdizione!Ma ne siamo così convinti? Pare di sì. Basta fare una breve ricerca su Google, ed ecco che vi appariranno migliaia di siti dedicati all’argomento.

Il più ‘interessante’ che ho trovato è quello di un Istituto che organizza conferenze sul tema con tanto di incontri ed aggiornamenti sugli ultimi messaggi subliminali scoperti. In questo sito si parla dei messaggi subliminali come tecniche di genocidio, mezzi per diffondere la droga, per allontanare dalla religione e per manipolare le masse, in particolare le persone deboli.

Ora, su questo sito si parla anche del caso di Vicari. C’è solo un fatto però, non si dice che Vicary nel ‘67 ammise di aver falsificato i risultati della sua ricerca. Gli fu chiesto dal direttore della Psychology Corporation, Dr. Henry Link, di ripetere l’esperimento che..udite, udite: non produsse alcun risultato!

La confessione di Vicary pare sia stata dimenticata dai media. Non dall’Independent online però il cui editore della sezione ‘Science’, S. Connor cita il caso in un interessante articolo in cui spiega l’esperimento condotto dal dottor Bahador Bahrami dell’ University College London nel 2007.

Il team condotto da Bahrami ha dimostrato che i messaggi subliminali nascosti possono attrarre l’attenzione del cervello anche quando la persona è apparentemente inconsapevole della stimolazione visiva provocata dall’immagine. I risultati, dice Connor, potrebbero spiegare molti fenomeni quotidiani, come la consapevolezza di passare davanti a cartelloni pubblicitari mentre si guida in una strada affollata (pur senza vederli in realtà), o come il fatto di percepire i messaggi flash che passano in televisione o mentre siamo connessi al Web.

I ricercatori hanno riscontrato che il cervello è capace di registrare frame o brevi immagini che ci cadono sotto gli occhi anche quando siamo sicuri di non aver visto il messaggio. Bahrami ha detto di aver dimostrato che esiste una risposta cerebrale nella corteccia visiva alle immagini subliminali che attraggono la nostra attenzione senza che noi abbiamo avuto l’impressione di aver visto qualcosa.

Gli esperimenti sono stati svolti con dei volontari che hanno dovuto indossare occhiali simili a quelli che si usano per vedere un film in 3D (con una lente rossa e una blu). Una forte luce blu è stata diretta su un occhio, mentre l’altro era stimolato da una serie di immagini rosse indistinte.

L’attività cerebrale dei volontari veniva registrata mentre, essendo esposti a delle serie di immagini, gli era stato chiesto di fare dei test psicologici di varia difficoltà. I risultati, pubblicati su Current Biology, hanno rivelato che il cervello è capace di registrare le immagini deboli ma solo quando alle prese con i test psicologici più facili. Ciò significa che ad un certo livello è necessaria l’attenzione affinché il cervello registri l’immagine subliminale.

Se il cervello è troppo occupato a fare qualcos’altro, l’immagine non ha alcun effetto su di esso. Bahrami afferma che la sua ricerca mette in crisi l’idea, ormai radicata, che ciò che subconscio è anche automatico, non richiede sforzo ed è condizionato dall’attenzione.

L’editore Connor conclude: ‘Da quando, 50 anni fa, la pubblicità subliminale ha preso piede, gli scienziati hanno tentato di appurare se le immagini flash che appaiono sugli schermi possano essere registrate dal cervello. Questi ultimi studi dimostrano di sì, ma ancora non è dimostrato che tali immagini possano avere un effetto nella decisione della persona di comprare un determinato prodotto.’

Anche il signor Connor ha frequentato l’Istituto Fattorello dunque. Fu proprio Fattorello che, come ci insegna il Prof. Ragnetti, già nel 1959 sosteneva che non esiste la possibilità di inviare messaggi universali che condizionino le ‘masse’. Secondo la Tecnica Sociale di Fattorello, il fenomeno dell’informazione si concreta in un rapporto fra due termini: il promotore e il recettore.

Il soggetto promotore trasmette al recettore la sua interpretazione del fatto e perciò si attiva il rapporto di informazione attraverso il mezzo (giornale, video…). Fattorello sostiene che per una comunicazione di successo, ovvero che induca nel recettore un’adesione all’opinione proposta, tutto il processo di comunicazione dovrebbe ruotare intorno al soggetto recettore.

Il promotore, dunque, studierà il recettore, il suo livello di acculturazione e, quando riuscirà a parlare il suo linguaggio, ecco che l’interpretazione proposta convergerà con l’interpretazione del recettore e ne scaturirà l’auspicata adesione.

Non dico oltre. Per un approfondimento, consiglio a chi non è iscritto all’Istituto Fattorello di farci una visita. E concludo: che cos’è peggio? La teoria della persuasione occulta o certi istituti, come quello sopra citato, che terrorizzano la gente sostenendo che bisogna difendersi dai messaggi subliminali e per fare ciò vi consigliano di acquistare il loro cd? Attenzione al placebo!

Fonti:
Bahrami, B., Lavie, N., & Rees, G. (2007). Attentional load modulates responses of human primary visual cortex to invisible stimuli. Current Biology, 17, 509–513.

Connor, S. (2007) Subliminal messages do reach your brain – but you won’t know it, the Independent Online, 9 Marzo

Stuart, R (1993) How a Publicity Blitz Created the Myth of Subliminal Advertising.” Public Relations Quarterly. Winter 1993 (pp. 12-17).

P.S. Nel 1978, la polizia locale chiese ad un canale televisivo in Wichita, Kansas, di inserire messaggi subliminali nel servizio su un noto assassino pensando che, nel caso in cui egli lo avesse visto, si sarebbe convinto ad arrendersi. Il messaggio includeva delle immagini ritenute significative per l’assassino con sotto la scritta “ora rivolgiti a noi”. Il risultato fu che l’assassino non fu catturato fino al 2005.

Turismo Culturale: Comunicare gli Eventi

Gli esperti di turismo Tucit e la Scuola di Comunicazione Istituto Fattorello si incontrano a Ladispoli…

per analizzare scientificamente come comunicare un evento culturale per trasformarlo in un attrattore turistico.

TUCIT – Turismo Culturale Imprenditorialità Sociale e Territorio

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Questionario 2008

Clicca e scarica il file on line e compila il questionario in formato word …

Questionario 2008.doc

Al termine della compilazione potrai spedire il questionario al seguente indirizzo di posta:

marco.cuppoletti@libero.it or capassos@hotmail.com

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Sat-Expo 2008 Radioamatori: comunichiamo una passione

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Roma 7 aprile 2008

Ho avuto l’occasione ed il privilegio di partecipare in rappresentanza dei “Radioamatori Italiani” – all’evento del “SAT EXPO 2008”. Una grande esposizione di sistemi di telecomunicazioni satellitari, che si è tenuta a fine marzo presso i nuovi padiglioni della Fiera di Roma.

Un momento davvero importante, telecomunicazioni spaziali a parte, è stato il convegno a cui hanno partecipato moltissimi studenti interessati alle professioni aerospaziali e i vari rappresentanti sia delle università italiane, che d’importanti aziende produttrici del settore. A questo convegno ha partecipato anche il noto astronauta Roberto Vittori, il quale mi ha lasciato davvero sorpreso.

Non immaginavo che Roberto Vittori fosse anche lui un Fattorelliano…!
Vittori, a differenza degli altri relatori – che da dietro al podio degli oratori avevano rapidamente sopito la platea con i loro forbiti quanto noiosi interventi, ha chiesto un microfono mobile e scendendo in sala, ha cominciato a parlare tra le file di poltrone dell’expò.

Con un linguaggio semplice ed assertivo, si è rivolto ai ragazzi in sala e destandoli dal torpore precedente, ha parlato loro di ciò che fa raggiungere i risultati più ambiti. I traguardi più difficili della vita sia di studio, che professionali, necessitano secondo vittori di grande passione. Le passioni, tornano finalmente ad essere individuate, dopo anni in cui si parlava d’altro, come il vero motore delle ambizioni e delle aspettative di ciascuno.

I Fattorelliani ne sono a conoscenza. Con questa logica, si spiega la presenza in quell’importante evento che è stata “SAT EXPO 2008”. Nello stand dei “Radioamatori Italiani”, affiancati da complicati sistemi di telecomunicazioni satellitari, siamo stati presenti anche noi, dove abbiamo trasmesso non solo ai giovani, tutta la passione per lasciarsi catturare da questa passione, ciò per condividere l’importanza di comunicare con altri il gioco e la conoscenza. Tali competenze, avviate in un percorso naturale di crescita, ha proiettato molti appassionati della comunicazione via etere ad affermarsi anche in campo professionale .

Marco Cuppoletti

Venerdì Santo a Cerveteri ….di Francesco Ricci

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Il Venerdì Santo a Cerveteri si svolgerà a partire dalle ore 18.30 circa col processione religiosa del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, un percorso di circa 2 KM che accoglierà la processione con lumini alle finestre e per le strade, al rientro in chiesa delle statue nella scalinata di Piazza Aldo Moro inizierà la rievocazione storica della passione e morte di Gesù con il processo, al termine di questo Gesù caricato della croce percorrerà lo stesso percorso della processione religiosa accompagnato da 100 figuranti rigorosamente in costume d’epoca.

Il corteo aperto dai cavalli con la biga vede tra i tanti personaggi le guardie ebraiche i soldati romani a piedi ed a cavallo il popolo.

Il Cristo nel percorso incontrerà tutti i personaggi della Via Crucis, Maria sua madre e le Pie Donne, la Veronica che asciugherà il suo volto il Cireneo che aiuterà Gesù a supportare il peso della Croce dopo le sue cadute, il corteo si concluderà in piazza per dare il via al momento più suggestivo quello della Crocifissione, che tiene immobilizzati i migliaia di spettatori che ogni anno accorrono e gli stessi figuranti.

Tra effetti speciali e parole toccanti si conclude il Venerdì Santo a Cerveteri che da sempre non vuole essere solo uno spettacolo folcloristico ma soprattutto un momento di riflessione sul grande mistero della Pasqua di Riseurrezione.

Vi aspettiamo numerosi!

Felice Pasqua.

Francesco Ricci

Conferenza mondiale per i 50 anni dalla fondazione di IAMCR-AIERI

Conferenza mondiale per i 50 anni dalla fondazione di IAMCR-AIERI
UNESCO-PARIS Luglio 2007/24-25-26-27 A cura del Prof. Giuseppe RAGNETTI – Presidente dell’Istituto Francesco
Fattorello in Roma-Italia

 

Francesco Fattorello alla Fondazione AIERI

Nella NEWSLETTER di Iamcr–vol 17/1 – april 2007 e sul sito www.iamcrparis2007.org è pubblicata la foto (sopra) di quattro dei fondatori della nostra associazione nel 1957.

Tra questi il primo a sinistra è Francesco Fattorello, il massimo studioso italiano dei problemi dell’Informazione e della Comunicazione autore della originale impostazione teorica denominata “La Tecnica Sociale dell’Informazione” la cui formula ideografica appare chiaramente scritta sulla lavagna alle spalle dei quattro fondatori: è questa una foto di grande rilevanza storico-culturale, perché per la prima volta quella formula veniva scritta sulla lavagna di una prestigiosa istituzione internazionale,fornendo significativi stimoli alla fondazione in sede UNESCO della nostra Associazione.

Fattorello partecipò molto concretamente alla nascita e allo sviluppo di Iamcr di cui fu apprezzato Vicepresidente ininterrottamente dal 1964 al 1981, nonché Presidente della Commissione per lo studio dei problemi relativi alla formazione professionale dei giornalisti . Nel 1981 lascia la vicepresidenza per motivi di salute e riceve l’ultimo riconoscimento internazionale con la nomina di Membro Onorario a vita di Iamcr.

I proficui scambi internazionali portarono Fattorello a presentare la sua Teoria in numerose Università in Europa e nell’America Latina. Dopo averla esposta l’anno precedente all’Università di Strasburgo al Centre International d’Ensegnement Superieur du journalisme, nel 1959 pubblica finalmente il volume “Introduzione alla Tecnica Sociale dell’Informazione”.

Dopo numerose riedizioni la Tecnica sociale fu tradotta in francese e spagnolo e adottata nel 1969 come testo ufficiale anche dall’Università di Caracas. L’ultima edizione a stampa è del 1970, divenuta ormai introvabile.

A vent’anni dalla scomparsa di Francesco Fattorello ho sentito il dovere di pubblicare di nuovo la TEORIA DELLA TECNICA SOCIALE DELL’INFORMAZIONE ideata e insegnata per la prima volta a Roma sin dall’anno accademico 1947/48, presso la prima Scuola italiana del settore, all’Università “La Sapienza” di Roma.

Come direttore dell’Istituto che porta il nome dell’insigne studioso italiano, ho avuto la responsabilità di diffondere i suoi insegnamenti attraverso i corsi di formazione nei contesti più diversi e in quelli istituzionali attivati ormai da 60 anni ed ora, attraverso questa nuova edizione della Tecnica sociale.

L’obiettivo che intendiamo raggiungere è quello di mettere a disposizione degli studenti di Scienze della Comunicazione e degli operatori interessati l’approccio teorico fattorelliano che rappresenta una visione di una incredibile modernità e ci sembra poter fornire una risposta adeguata alle crescenti esigenze di informazione e comunicazione che connotano le Società democratiche di oggi.

L’impostazione teorica proposta da Francesco Fattorello , largamente anticipatrice , in tutto il contesto internazionale ha ormai acquisito sempre più valenza di fondamentale utilità pratica e metodologica.

In altri termini possiamo tranquillamente affermare che oggi l’approccio mondiale alla comunicazione scaturisce dall’impostazione teorica fattorelliana. Tutto ciò è motivo di grande soddisfazione per Iamcr che ha potuto annoverare Francesco Fattorello tra i suoi più convinti ideatori e sostenitori.

L’Istituto Francesco Fattorello ha in programma l’edizione in lingua inglese della Tecnica Sociale.

Riferimenti: www.istitutofattorello.org –  http//webmail.istitutofattorello.org

L’obiettività come negazione dell’informazione

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI “CARLO BO” URBINO – Laurea Specialistica in Editoria, media e giornalismo – Anno accademico 2006-2007 – Corso di Tecniche di relazione – Professore Giuseppe Ragnetti

“L’obiettività come negazione dell’informazione”

a cura di Laura Volpe

Durante gli studi di giornalismo ci siamo trovati, spesso e volentieri,  di fronte a professori che ci  hanno insegnato  che alla base  di questo mestiere ci debba essere l’obiettività.

Negli anni continuano ad inculcarci questa condizione come essenziale per chi vuole intraprendere il mestiere del giornalista.

E invece poi si scopre che  l’obiettività non esiste perché noi, in quanto soggetti opinanti, NON possiamo che essere soggettivi e porre  qualcosa di nostro in qualsiasi processo di informazione.

La tecnica sociale dell’informazione di Fattorello ci insegna proprio questo: l’obbiettività è la negazione dell’informazione.

Il fenomeno dell’informazione è il processo che salda un rapporto fra chi informa(soggetto promotore) ed il suo recettore( soggetto recettore).

Per questo, il rapporto di informazione, avviene attraverso un soggetto promotore(SP) che trasmette al soggetto recettore(SR), sulla base di un argomento esterno (X)) e attraverso un mezzo o strumento (M), la forma che EGLI dà all’oggetto di informazione.

X)

                                               M

                         SP                                    SR

                                               O

Informare vuol dire proprio “dare forma” a qualcosa e poi, come nel caso del nostro schema, comunicarlo ad un altro soggetto. Ma la cosa importante da capire è che i soggetti sono dentro al fenomeno dell’informazione e, in base alla loro caratteristica  di essere  soggetti intelligenti dotati di una propria opinione, non può esistere l’obiettività.

Ecco perché l’obiettività è la negazione dell’informazione, anche se vogliono insegnarci il contrario, l’informazione è assolutamente soggettiva.

Ritornando al nostro schema, c’è da approfondire le varie funzioni nel processo di informazione.

La X) rappresenta la MATERIA oggetto dell’ informazione, è IL fatto,la parentesi sta ad indicare che questa materia è esterna al processo.

SP e SR sono soggetti opinanti. Il soggetto promotore trasmette la forma che egli ha dato  di un fatto o di una cosa e il soggetto recettore non si limita a ricevere detta forma, ma la interpreta a sua volta. Perciò ENTRAMBI danno forma a ciò che è oggetto dell’informazione (X)).

Questo sta a farci capire come il soggetto promotore e quello recettore siano sempre gli stessi diversificati nella loro funzione.

Per quanto riguarda il mezzo o lo strumento (M) attraverso il quale i soggetti instaurano questo rapporto di informazione, la scelta dello stesso  ha una funzione essenziale nel rapporto in quanto deve essere percepibile sia dal promotore che dal recettore.

Il termine O è l’opinione. È ciò che si identifica come la  forma, la manifestazione dell’opinione data dal promotore che mira ad ottenere l’adesione del recettore. La O sta a rappresentare l’abito che, il promotore prima e il recettore poi, mettono al fatto, alla materia, ovvero alla X).

Tutto questo sta a significare che la conoscenza di un determinato fatto avviene tramite la mediazione del tecnico dell’informazione,  che si colloca fra  l’ oggettività del fatto e il suo soggetto recettore  attraverso una doppia valenza di soggettività: la  propria e quella del recettore che, a sua volta, essendo un soggetto opinante, interpreta l’interpretazione che gli è stata data.

Da ciò risulta il fatto che non si trasmette mai la realtà vera e propria ma sempre la sua forma, l’”abitino” della X). Molto importante è il fatto che detto “abitino” debba essere “cucito” sull’acculturazione( intesa come habitat naturale e visione del mondo del soggetto, ciò che lo ha “socializzato”) del soggetto  recettore. A questo punto è palese che in tale rapporto non si possa parlare di obiettività.

L’uomo non è una macchina e non riferisce il fatto da “esterno”, bensì riferisce la forma che egli stesso da al fatto, la sua opinione che non può mai essere oggettiva. Quindi, il bravo giornalista è colui che dà l’abito più adatto ai fatti di fronte al suo recettore, è colui che trasmette la realtà nel modo più vicino possibile a ciò che è il mondo sociale del lettore.

È da tutto questo discorso che scaturiscono i principi base dell’informazione pubblicistica: Coloritura, Interpretazione, Semplicità.

Il primo suscita l’attenzione del lettore sul fatto, l’interpretazione supplisce al fatto di non essere stati fisicamente presenti all’accaduto e la semplicità che non impone un lavoro intellettuale troppo impegnativo per un recettore che è sempre più distratto da mille stimoli. Alla base di quanto si è detto  si capisce che la realtà NON può essere comunicata e che può essere trasmessa solo la sua FORMA ovvero FORMULA D’OPINIONE che il soggetto promotore propone, tenendo conto della acculturazione del soggetto recettore, per ottenerne l’ADESIONE.

Il Fatto-rello: editoriale n°2

di GIUSEPPE RAGNETTI

Il 2 settembre 1992 su Repubblica intervista a Giorgio Gori Direttore di Canale5.

La TV volgare? E’ lo specchio degli Italiani.

“Nostro compito è dare al pubblico ciò che vuole perché vendiamo telespettatori agli inserzionisti pubblicitari. La tv è un eccezionale specchio sociologico: andiamo in giro per le case degli italiani e scopriremo che la televisione non è altro che un’immagine fedele del paese” E più avanti “….per avere questa grande platea di telespettatori, noi dobbiamo capire che cosa piace alla gente, perché il pubblico sceglie e in qualunque momento può usare il telecomando”.

Quanto appena affermato, è molto interessante perché consente agli studiosi ed appassionati del settore di innescare varie riflessioni; pensiamo ad esempio alla polemiche che sovente vengono fatte a determinati programmi radio-televisivi. La domanda, a questo proposito, che ci piace porre e che, solitamente, è argomento di dibattito in aula è la seguente: “Tv spazzatura o pubblico spazzatura?”.

Da ciò si evince che molte delle c.d. problematiche inerenti la “qualità” dei programmi radio-televisivi risultano relativamente importanti poiché, in virtù di quanto affermato ormai da diversi decenni nella nostra piccola Scuola, l’industria dei mezzi di

Prof. Giuseppe Ragnetti

Prof. Giuseppe Ragnetti

comunicazione non fa altro che “mettere in forma” un prodotto che è pari ai gusti del pubblico al quale è indirizzato.

Non può permettersi di creare programmi che non derivino da uno studio dei recettori perché tale industria ha ovvie finalità imprenditoriali e gli investimenti effettuati devono fornire un consistente ritorno economico. Proprio come il marketing, l’industria dei mezzi di comunicazione ha l’obbligo di studiare il suo mercato-recettore e fornire un prodotto adeguato, semplicemente perché le regole del mercato sono queste: “compro se il prodotto è di mio gradimento” (ovvero, guardo o ascolto un programma se mi piace) altrimenti “cambio canale”.

L’industria dei mezzi di comunicazione, proprio perché azienda, non crea prodotti che non abbiano riscontri sul pubblico ed allora: “Tv spazzatura o pubblico spazzatura?”. Ignoranza, superficialità o malafede impediscono a molti di dare una risposta univoca a quella che è soltanto una domanda retorica.

Sensazioni “Versate”

Sono felici alla vita i bambini, il cui sguardo si perde nell’imperfetto presente. Hanno un unico gesto, crudele, avverso al tramite. Sguardi improbabili al futuro, trafitta realtà, posta come mucche immobili su prati, sotto la pioggia. Mani di terra sporche, iridescenti primavere dissolte d’un fiato. Piccolo, tenero fiore, tu muoviti nell’imperfetto sottraendoti ad ogni credo. Ama la diversità umana. Il dubbio,la sua domanda, la vita, non solo come valore. Amala e basta. Gli uomini muoiono per non amare più.

Marina Petrillo

 

Il confine

C’è voglia di sperare nella tua gioventù valori in cui credere, per cui lottare, dimenticando paure concrete e reali continuando a crescere accumulando ricordi ed esperienze mischiando il “sono” col “vorrei essere” e ritrovarsi un giorno seduti sull’orgoglio. E’ il giorno del confine quel punto indefinito dove qualcosa nasce e qualcosa muore, il giorno in cui l’incoscienza svanisce e limpida, imponente, si erge la maturità. Non c’è limite, non c’è regola, non c’è tempo, non c’è motivo, il confine è labile, flessibile, è uno stato di fatto improvviso come un lampo, puoi arrivarci a vent’anni, da ragazzino, da vecchio, ma prima o poi lo trovi. Io ancora non l’ho trovato, certamente non me ne faccio cruccio, covo in me stesso l’utopico sogno di non trovarlo, e morire “bambino”.

Remo Diana

 

Punto di rottura

Brutto scoprirsi debole peggio di quando si pensava di non esserlo ci vuole poco, molto poco per demolire le barriere del tuo orgoglio. Il cuore non lo puoi costruire ti si può sgretolare con un semplice sguardo o per una parola che lo risvegli dal coma. Lo sto provando ed è strano dolce e terribile in una strana fusione attrazione, repulsione non c’è distinzione contraddico le certezze e le mischio con pensieri confusi. Forse vuol dire essere vivi forse finchè questo succede avrò una speranza la speranza di non perdere mai quel dolce sentimento chiamato amore.

Remo Diana