Editoriale di GIUSEPPE RAGNETTI
Il secondo numero del Fatto-rello vede la luce a conclusione di un periodo particolarmente intenso di comunicazione elettorale in vista delle elezioni politiche dell’Aprile 2006. L’alluvione mediatica dalla quale, nostro malgrado, siamo stati travolti ha visto il trionfo dei più abusati ed intollerabili luoghi comuni.
Questi, ancora una volta, sono stati la conseguenza dell’insostenibile impostazione teorica d’oltre oceano per cui il mezzo sarebbe di per sé un valido ed efficace messaggio a prescindere dai contenuti da esso veicolati. La propaganda elettorale, prima, e le successive analisi dei risultati ottenuti hanno evidenziato, ancora una volta, la convinzione largamente diffusa dell’esistenza di uomini (in questo caso politici, figuriamoci!!!!) in grado di agire non tanto sulle opinioni di altri uomini, ma sui loro schemi mentali ed, in ultima analisi, sui loro comportamenti.
Dimenticano costoro che esiste una forte scissione tra opinioni ed atteggiamenti, da una parte, e comportamenti adottati nella vita reale. Più che mai, dobbiamo sentirci orgogliosi, noi fattorelliani, di appartenere alla nostra piccola istituzione culturale che ormai da decenni ha fatto chiarezza sull’impossibilità che attraverso i mezzi della comunicazione sociale si possano governare i comportamenti umani.
Nei prossimi mesi avremo modo di discutere nelle nostre aule del recuperato “miracolo” Berlusconi e dell’incompiuto “miracolo” Prodi. Lo faremo con il rigore scientifico che ci distingue da sempre e che ci consente di essere ancora dopo 60 anni la prima scuola legittimata a definirsi “la via italiana alla comunicazione”.