Lettura dei Padri – Il diluvio dell’alcool

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Quando viene irrigata quel tanto che basta, la terra produce grano buono e abbondante. Se al contrario viene ubriacata da un diluvio, da solo cardi e spine.

Così la terra del nostro cuore. Se usiamo vino con parsimonia, l’alcool aiuta questa terra a far crescere rigogliosamente ciò che vi ha seminato lo Spirito santo. Invece la sbronza politica rende questa terra chiamata Italia fangosa, incapace di produrre pensieri che non siano cardi o spine.

Un caro saluto a tutti Voi …

Tecnologia e Business

«L’Apple iPad ruberà mercato ai netbook»

Un dispositivo, come previsto, per navigare sul Web e gestire le e-mail, riprodurre foto e video, ascoltare musica e giocare, leggere e-book e lavorare con applicazioni (le tre della suite di produttività iWork, scaricabili a pagamento a 9,99 dollari l’una) per la videoscrittura, l’impaginazione di testi, la creazione di presentazioni e di fogli di calcolo con grafici, funzioni e formule. Per Apple l’iPad è però molto più che un iPhone maggiorato o un lettore di libri elettronici. La casa di Cupertino riuscirà con il suo nuovo tablet ad aprire una nuova via nei dispositivi mobili a metà fra i computer portatili e gli smartphone?

Le dimensioni dell’iPad dicono tutto: 680 grammi per 1,27 centimetri. Uno schermo multi-touch da 9,7 pollici («Quello che 75 milioni di utenti di iPhone e iPod touch hanno imparato già a usare», ha detto il capo del marketing di Apple, Phil Schiller). Il tentativo accolto da applausi e commenti entusiasti di creare una mitologica “terza via” dell’informatica: qualcosa a metà fra i computer portatili e i telefoni cellulari evoluti.

«Per farlo occorre avere in mano qualcosa di veramente innovativo in una serie di categorie come posta elettronica, web, film, telefilm e altro», ha detto all’inizio Steve Jobs, ancora molto magro e debole dopo la convalescenza medica a seguito di una complessa operazione alcuni mesi fa. «Pensiamo proprio di esserci riusciti», ha aggiunto alla fine dell’ora e venti minuti di presentazione dove, insieme a una ricapitolazione dei fatti più salienti degli ultimi tempi per Apple (oltre alla trimestrale record di sempre da 15,68 miliardi di dollari e il sorpasso sopra Nokia, Samsung e Sony come produttrice di tecnologie per la mobilità), ha mostrato al mondo l’oggetto di cui si è più parlato per un anno in rete.

Con la possibilità di scaricare applicazioni da App store (140mila) riadattabili al volo per iPad e le nuove realizzate con il kit di sviluppo messo a disposizione da oggi, con la possibilità di vedere film e telefilm in alta definizione con chiarezza e semplicità, gestire la propria musica, le proprie foto, la posta e i documenti di lavoro grazie alla suite iWork (con i programmi per la produttività di Apple: Keynote, Pages e Numbers, compatibili con gli equivalenti di Office di Microsoft) e infine con la possibilità di avere un apparecchio a 499 dollari senza connessione Umts, Apple ha segnato un importante punto nella creazione di questo nuovo mercato.

Il nuovo tablet Apple sarà disponibile (negli Usa) in complessivamente sei fasce di prezzo, a seconda della quantità di memoria e dell’opzione di connettività prescelta.

La versione più economica, con 16 Gb di memoria e solo accesso a servizi wi-fi, costa 499 dollari; il modello da 32 Gbcosterà 599 dollari, e quello da 64 Gb sarà in vendita al prezzo di 699 dollari. L’iPad da 16 Gb con wi-fi e accesso al network Umts partirà da 629 dollari; i modelli da 32 Gb e 64 Gb costeranno rispettivamente 729 dollari e 829 dollari.

Negli Stati Uniti i servizi di connessione saranno effettuati in partnership con At&t, così come era stato per l’iPhone. Il costo minimo per l’accesso al network sarà di 14,99 dollari al mese per un traffico di 250 megabyte, mentre con 29,99 dollari mensili si potranno avere dati illimitati.

Il dubbio, passato il momento della presentazione e all’inizio dell’attesa di questo apparecchio che arriverà sugli scaffali dei negozi di tutto il mondo nella versione Wi-Fi in due mesi e dopo tre in quella con 3G/Umts, è se Apple riuscirà davvero a farcela un’altra volta. L’invito che l’azienda manda al mondo dei produttori di contenuti è chiari: realizzate nuove innovative soluzioni per iPad.

Soprattutto nel settore editoriale, dove la competizione con Amazon e il suo Kindle è appena iniziato: grazie all’iBookstore è possibile comprare e leggere libri di cinque grandi editori statunitensi e britannici (per adesso) in formato ePub, quello aperto e condiviso anche con Google e con tutti i produttori di eBook a parte Amazon. L’arrivo del New York Times con una semplice applicazioni per vedere i contenuti del giornale – una vera e propria esperienza di “realtà aumentata” rispetto alla carta – è notevole. Ma non è detto che basti. Per adesso Apple ha segnato una direzione e ha provato a farlo con un prezzo particolarmente basso, considerato la media dei prodotti dell’azienda di Steve Jobs.

Tra sei mesi ci sarà il responso del mercato italiano.

Una sfida sul web al silenzio della televisione

Una sfida sul web al silenzio della televisione

di Enrico Mentana

Caro direttore, c’è un’occasione da non perdere per chi ama l’informazione. La vogliamo cogliere insieme? In questi giorni stiamo vedendo quanto stupida può essere una regola che spegne tutti i programmi televisivi di approfondimento, pur di non correre il rischio di influenzare la campagna elettorale per le Regionali.

Il primo ed esemplare risultato è che il cittadino-elettore non ha potuto farsi attraverso lo strumento televisivo un’idea più motivata sul caos delle liste.

E cioè la vicenda dai tanti risvolti politici, istituzionali, giuridici e di costume che un quotidiano autorevole come il Corriere racconta giustamente in tutti i suoi risvolti da ormai dieci giorni. Nessuno ha potuto rappresentarla in tv: vietato ai programmi privati, addirittura impossibile per quelli pubblici, visto che sono in quarantena.

Altri effetti di quella norma autolesionistica stanno per concretizzarsi davanti ai nostri occhi: infatti nessuna televisione potrà raccontare la campagna elettorale al lume dell’interesse giornalistico, ma solo rispettando il bilancino della par condicio, quello per il quale i candidati alla guida di una regione hanno diritto allo stesso spazio e a confrontarsi insieme, compresi quelli che — già lo sanno tutti — non raggiungeranno l’un per cento dei suffragi.

Il giornalismo libero e l’opinione pubblica possono confrontare, ad esempio, Formigoni e Penati, la Bresso e Cota, la Bonino e la Polverini, unici possibili vincitori nelle loro regioni. In tv no, è vietato, al massimo ci potranno essere delle pletoriche tribune politiche, o le dichiarazioni in pillole cui saranno costretti i tg.

Insomma, proprio nel momento in cui il passaggio al digitale e l’allargamento del satellitare ci hanno dato l’illusione di una formidabile crescita dell’offerta a nostra disposizione, possiamo vedere come lo strumento televisivo sia stato brutalmente sterilizzato in un suo settore cruciale.

Gli ottimisti dicono sempre che ogni situazione difficile ci regala un’opportunità: e in questo caso hanno ragione. Perché la legge e le norme sulla par condicio non possono bloccare l’informazione via web. Tutte quelle trasmissioni che adesso sono vietate in tv possono andare in onda ogni giorno, fino alla data delle elezioni, attraverso Internet.

E allora la sfida è questa: facciamolo noi un programma libero e rispettoso solo dei doveri e dell’interesse giornalistico, con la grande credibilità e autorevolezza del Corriere della sera, con il fresco e meritato successo del suo sito, e — più in piccolo — con quel che ancora credo di poter fare, dopo quest’annetto di pausa ristoratrice. Mettiamolo tutti i giorni in Rete, e ognuno potrà seguirlo in diretta o all’ora che vuole.

Chissà che dal male di un provvedimento poco lungimirante non nasca qualcosa di utile per tutti coloro che hanno a cuore il nostro mestiere e il valore dell’informazione…

11 marzo 2010

Vergogna Atac Roma

Con la presente voglio segnalare che Atac Roma non spinge i cittadini all’utilizzo dei mezzi pubblici, in quanto crea a me e tanti altri utenti del servizio pubblico dei notevoli disagi.

Le linne 997 ed 998 durante i giorni festivi transitano dopo le 20:30 ogni 75 min (Questo è quello che prescrive il Sindaco di Roma). Da quando privatizzato il servizio è peggiorato. Ciò significa che il risparmio economico della nuova gestione rispetto alla precedente,  di sicuro va  a discapito del cittadino.

Il problema si può risolvere organizzando i passaggi tra le due linee (997 e 998), che da diversi anni passano immancabilmente in coppia, lasciando i cittadina ad attendere ore sotto il sole, la pioggia  il vento. Ma la “Pubblicità Progresso” prendete il mezzo pubblico secondo Voi a chi è rivolta ?

Spero che questi episodi “Vergognosi” vengano presi in carico dall’ATAC e dal Presidente del XIX° Municipio Dr. Milioni – Gruppo PDL  con  l’ On. Marchi del Comune di Roma.  Affinchè questa denuncia abbia un beneficio per tutti i residenti nel XIX° Municipio.

Salvatore Capasso

Lettere al Direttore

Il Fattorello al Cinema : L’uomo che fissa le capre – 93min‎‎ – Commedia‎‎

Trama del film L’uomo che fissa le capre:

Bob Wilton (Ewan McGregor) è un giornalista di mezza tacca che dopo la fine del suo matrimonio, si reca in Medio Oriente affamato di scoop. Lì incontra Lyn Cassidy (George Clooney), da oltre vent’anni membro di un reparto segreto dell’esercito statunitense che si prefigge di utilizzare facoltà paranormali in campo bellico.

Scopre così che l’esercito e il modo di combattere sono cambiati: il bizzarro reparto si prefigge di utilizzare poteri psichici per poter leggere i pensieri del nemico, passare attraverso solide mura e perfino uccidere una capra semplicemente fissandola. Quando il fondatore del reparto Bill Django (Jeff Bridges) sparisce, Cassidy intraprende una missione per trovarlo e Bob si unirà a lui incuriosito dalle sue inverosimili storie.

Soggetto: Tratto dall’omonimo libro del giornalista inglese Jon Ronson sul First Earth Battalion dell’esercito americano.

“Anche Clint Eastwood è un “Fattorelliano” ?

ISTITUTO “FRANCESCO FATTORELLO”

SCIENZE E METODOLOGIA DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE

SCUOLA SUPERIORE – ROMA

Anche Clint Eastwood è un “Fattorelliano” ?

A cura del Dott. MARCO CUPPOLETTI

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“Anche Clint Eastwood è un “Fattorelliano” ?

Premio Terna 02

Newsletter Premio Terna 02 – n. 4

PREMIO TERNA: IL TAM-TAM DEGLI ART BLOG PIU’ AUTOREVOLI DEL WEB

“An exciting opportunity open to New York artists”. A lanciare la notizia, tre fra i più cliccati art-forum del web: Rizhome, Artslant.com e Saatchi Online. L‘appeal del Premio Terna 02 rimbalza così tra le pagine dei blog che fanno tendenza e dettano i diktat delle community artistiche online. I bulletin-board dei tre siti invitano infatti a partecipare alla seconda edizione del concorso: una grande occasione per gli artisti, americani e non, che operano stabilmente a NY.

In palio c’è una “residency” della durata di 3 mesi in Italia del valore di 30.000 euro. Metà strada tra forum di discussione e blog, Rizhome, fondata nel 1996 quale hub online per artisti e curatori interessati alla digital art, non poteva lasciarsi scappare l’occasione di segnalare ai suoi milioni di iscritti un’opportunità come il Premio Terna 02. Anche ArtSlant.com, considerato il numero uno tra i network dell’arte contemporanea, ha subito intercettato l’opportunità del Premio Terna, grazie al tam-tam dei sui iscritti.

Last but not least, il concorso non poteva che essere uno degli highlights più cliccati anche nel blog della famosa Saatchi Gallery di Londra, una delle gallerie d’arte contemporanea più prestigiose della Capitale britannica, e ora anche finestra virtuale sul mondo dell’arte globale.

“CONNECTIVITY” CONQUISTA LA GRANDE MELA, PARATA DI STAR AL GRAND OPENING
Tremila visitatori, lunghe file, e numerose personalità del mondo dell’arte contemporanea per il grand opening di “Connectivity”, al Chelsea Museum di New York. La Grande Mela ha accolto così il debutto su scala internazionale dei 16 vincitori del Premio Terna 01. “

Il pubblico newyorkese ha risposto con grande entusiasmo – spiega Gianluca Marziani, curatore del Premio -. Folla fino a tarda sera, a testimonianza del tasso della qualità artistica dei nostri artisti. Ben calibrati anche gli allestimenti e gli spazi scelti per la mostra. Il Chelsea Museum, oltre ad avere sempre più appeal, continua a crescere in visibilità”.

Tra folle di curiosi e addetti ai lavori che hanno visitato la mostra, anche Massimilano Gioni, direttore delle mostre speciali del New Museum of contemporary art di New York e direttore artistico della Fondazione Trussardi, gli artisti Maurizio Cattelan e Nicola Verlato. Non sono mancati i giornalisti del settore, tra cui i contributors di Art Forum, una delle testate più autorevoli del settore, e alcuni dei direttori della gallerie più prestigiose quali: Sonnabend e Metro Pictures, solo per citarne alcune, oltre a rappresentanti della Casa d’aste Phillips.

A dare un tocco di glamour alla serata anche il protagonista di “Basquiat”, Jeffrey Wright. In prima fila, i 16 artisti vincitori del PT 01: Luigi Ontani, per la categoria Terawatt; Francesco Arena, Giovanni Ozzola, Elena Baldelli, Gabriele Giugni, Riccardo Albanese, Davide Eron Salvadei, Gabriele Bonato per la categoria Gigawatt; Andrea Chiesi, Laura Cantarella, Rocco Dubbini, Davide Bertocchi, Raffaella Mariniello, Antonio Riello e Giovanni Albanese per la categoria Megawatt e Hotel de la Lune, vincitore del Premio Online.

IL PAN, CROCEVIA DI CORRENTI E TALENTI

Dopo il grande successo ottenuto nel 2007 con la mostra Tracce nel Futuro, il PAN | Palazzo delle Arti Napoli rinnova la sua collaborazione con il Kaohsiung Museum of Fine Arts con una rassegna dedicata al mondo della videoarte e dei nuovi media: The Epic in the Everyday, che dal 2 luglio riunisce e presenta le opere di sette giovani artisti taiwanesi, che esplorano le proprietà essenziali di video, film e animazione e, in primo luogo, la loro capacità di rappresentazione e il loro rapporto con tempo, spazio e immaginazione.

La videoarte non è nuova anche per molti dei vincitori del Premio Terna 01, tra cui la “Megawatt” Raffaela Mariniello, ormai di casa al PAN. La fotografa si era già cimentata in passato con la realizzazione di video proprio per il Palazzo delle Arti di Napoli con l’installazione “Over and Over”.

Nei piccoli cortometraggi poetici, della durata di 10-20 minuti, Raffaela aveva adoperato un altro linguaggio, rispetto alle fotografia, sua grande passione, per raccontare ancora quell’Italia sospesa nell’universo idilliaco del realismo magico: varie finestre giustapposte in cui sono proiettati brevi spezzoni dell’attività umana sul litorale. L’artista presenterà il 30 giugno al PAN anche una “scattante” monografia, una ricerca in bilico tra cronaca e visione, tra documento storico e interpretazione metafisica.

http://www.premioterna.it/it/home

La nostra eredità

di GIUSEPPE RAGNETTI

Direttore Istituto Fattorello

Francesco Fattorello, la sua vita, il suo pensiero, la sua Teoria: la nostra eredità. Francesco Fattorello fu il primo studioso dell’informazione e della comunicazione ad andare controcorrente. Anticipando di oltre mezzo secolo quella che sarebbe stata poi l’impostazione teorica adottata in tutto il mondo, ebbe il coraggio e la determinazione di attaccare scientificamente le più accreditate teorie di oltreoceano.

E lo ha fatto in un periodo, il primo dopoguerra, in cui tutta l’élite culturale e tutta l’Accademia del nostro Paese accettava acriticamente impostazioni “esotiche”, suggestive quanto si vuole, ma prive di qualsiasi humus scientifico. I risultati pragmatici permettevano agli Americani di insistere nelle loro assurde impostazioni teoriche e ai nostri “accademici” di inchinarsi ossequiosi di fronte a cotanto ingegno.

Francesco Fattorello non si uni’ al coro dei replicanti ma volle analizzare a fondo e capire il fenomeno arrivando a conclusioni diametralmente opposte. A distanza di oltre 60 anni dalla sua prima elaborazione, l’impostazione teorica fattorelliana è ormai adottata in tutti i paesi del mondo, anche e soprattutto nel mondo anglosassone ormai totalmente allineato con le nostre posizioni.

Non dovrete allora meravigliarvi più di tanto se tutto il nostro insegnamento sarà una”lotta continua”contro i più abusati luoghi comuni,contro le acque quiete di facili approdi di abituale frequentazione ..Approdi ritenuti “sicuri”in base alla forza inesorabile del conformismo sociale,che spinge inconsciamente tutti noi,ad accodarci tranquillamente ai”più”.
Non siamo i più bravi ma certamente siamo i più insoddi-sfatti di quanto finora raggiunto.

Non abbiamo capito tutto,ma certamente ci sforziamo di capire qualcosa.

Non siamo i più eruditi,ma certamente siamo i più curiosi: la nostra è una curiosità intellettuale che ci spinge a non fermarci all’ovvio.Vogliamo indagare,vogliamo conoscere i presupposti che hanno portato a tutto ciò che viene infine definito ed accettato come ovvio.

Siamo più che mai convinti che “niente è meno ovvio dell’ovvio”e valga,pertanto,la pena di non fermarsi al primo gradino.

Non siamo, infine, impegnati o legati a chicchessia:non sappiamo e non vogliamo diffondere insegnamenti accomodanti per non turbare equilibri ormai consolidati e posizioni intoccabili.Tutto ciò non sarebbe “fare ricerca”e i nostri studi non fornirebbero il benché minimo apporto alla conoscenza del fenomeno che tanto ci prende e ci appassiona. Sarebbe ancora una volta,fare “Sociologia dell’Informazione” all’acqua di rose o alla camomilla,se preferite,così come avviene in diverse Università Italiane.

Si impartiscono fumose lezioni di “S o c i o l o g ia d e l l a Comunicazione”che si limitano ad enunciare ora questa ora quella teoria,che non va oltre la descrizione di ciò che è sotto gli occhi di tutti.Per dirla con FERRAROTTI, laddove si dovrebbe indagare e fare ricerca, ci si limita a fare “Sociografia”!

Al di là non si riesce o non si vuole andare:è molto più facile, rassicurante e gratificante raccontare la solita storia dei mezzi caldi e freddi,( ignorando completamente i surgelati!) dell’onnipresente MAC LUHAN, o dei bisogni indotti dalla pubblicità o dello strapotere dei media e della loro subdola attività di persuasione occulta ,piuttosto che indagare scientificamente in merito ai problemi di cui vogliamo occuparci.

E’ a tutti noto che lavorare stanca e molto spesso la gratificazione ottenuta e i riconoscimenti che ne derivano,non sono pari all’impegno richiesto:e allora “meglio evitare”.

Oggi tutti parlano di informazione o di comunicazione:tutti i giorni sorgono iniziative culturali o didattiche al proposito.

Gli addetti ai lavori in qualsiasi settore dell’informazione e a qualsiasi livello di responsabilità e di preparazione,smaniano di attivare corsi,corsetti, seminari, tavole rotonde ,scuole per l’insegnamentodella”comunicazione”.Siamo ai corsi di giornalismo per corrispondenza o,peggio ancora “on line” o al “tutto sull’informazione in 5 lezioni”,che tanta assonanza presenta con il ben noto “7 Kg in 7 giorni!”.

Come possono,addetti ai lavori,operatori culturali ,organizzatori di studi e ricerche pretendere di esaminare un fenomeno sociale di sì vasta portata, per corrispondenza o in corsi intensivi di 5 lezioni? E alla fine che cosa si insegna in cotanta offerta formativa ? I soliti autori e le solite teorie ormai ripudiate persino dagli ambienti scientifici che le avevano partorite!

Evidentemente questi addetti ai lavori o hanno una bassissima stima della loro professione e dei presupposti scientifici che la sostengono oppure ,peggio ancora,hanno una considerazione molto scarsa per i loro “allievi”.

E siamo ai “divi”del mestiere o, addirittura, alle famose soubrettes che s’improvvisano docenti,pur ignorando qualsiasi nozione scientifica nei riguardi dell’informazione e ancor meno della didattica arrivando a scambiare l’aula per uno studio televisivo! Usiamo termini diversi per indicare lo stesso oggetto o,peggio ancora,usiamo gli stessi termini per

identificare oggetti diversi!Ti arriva l’invito a partecipare ad un convegno sui “Moderni mezzi di comunicazione” e scopri,alla fine,che si parlerà di navi,ferrovie e dell’irrisolto problema dei TIR!?!

Si tratta di scrutare fenomeni di estrema mutevolezza, proprio perché di natura sociale:fenomeni quasi mai inquadrabili in caselle e schemi precostituiti. Fenomeni che non possono prescindere dallo studio del motore centrale di tutta la tematica ,rappresentato dal problema dell’opinione.

Soltanto se entreremo nell’ottica che ci permette di ricercare e possibilmente capire la genesi,la persistenza o il mutamento dell’opinione,soltanto allora potremo umilmente avvicinarci al fenomeno “informazione”.

Ogni scorciatoia,semplificazione o deviazione ci porterebbe fuori strada:avremmo indubbiamente perso il nostro tempo non facendo neppure un timido passo avanti verso la conoscenza.

I luoghi comuni,tuttavia, gli stereotipi , le mode e le banalità del “pensiero dominante” sarebbero, ancora una volta, salve.

Il Fatto-rello

Prof. Giuseppe Regnetti

Prof. Giuseppe Regnetti

 

L a  v i a i t a l i a n a  a l l a  c o m u n i c a z i o n e
Il 2008 sarà il sessantaduesimo anno di insegnamento della Tecnica Sociale dell’ Informazione all’Istituto “Francesco Fattorello”.

Per l’occasione nasce il nuovo house organ “Il Fatto-rello”. Tale pubblicazione realizzata all’interno dell’Istituto da docenti e studenti dello stesso, vuole essere una palestra di allenamento intellettuale, un luogo di ricerca e sperimentazione ma, soprattutto, uno spazio dove presentare l’originale impostazione teorica sui problemi dell’informazione e della comunicazione.

Ci auguriamo che tutti coloro che intendono avvicinarsi o approfondire i loro studi sulle dinamiche relazionali e comunicative all’interno della società, trovino sul “Fattorello” proficui spunti di confronto e di riflessione.

Avviso ai “Cerveretani”

Vi attendiamo numerosi mercoledì 19 Settembre 2008 alle ore 18:00 presso la sede didattica dell’Istituto “Seraphicum”, Via del Serafico, 1 – 00142 Roma Zona (Eur).

Vista la latitanza dei “Cerveterani”, il Prof. Ragnetti insieme al comitato di Istituto ha deciso che devono pagare un’ammenda… portando la merenda.
Vi aspettiamo tutti…
Alessandra Romano