Elettore: vaso da riempire o fiaccola accesa? Il libero arbitrio dell’individuo resiste al presunto strapotere dei media

SIAMO IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, SONO IN ARRIVO LE ELEZIONI AMMINISTRATIVE IN IMPORTANTI REGIONI ITALIANE.
E ALLORA CI SEMBRA OPPORTUNO PROPORVI SUL NOSTRO SITO LA TESINA SCRITTA DA DUE BRAVE STUDENTESSE CIRCA 10 ANNI FA’, SULL’ARGOMENTO DI GRANDE ATTUALITA’.
CAMBIANO CONTESTI E ATTORI PROTAGONISTI, MA RESTANO SEMPRE VALIDI GLI SPUNTI DI RIFLESSIONE CHE IL LAVORO CI PROPONE.

Vincitori, vinti, scontenti, delusi, soddisfatti e non rimborsabili, le recenti elezioni europee ed amministrative hanno visto sfilare tutti, ma proprio tutti! “Signori” e “signorine” del mondo politico continuano a dominare la scena e a renderci omaggio della loro presenza nei salotti buoni della tv, nei talk e nei tg . Ma il protagonista indiscusso di questo post elezioni è solo ed unicamente lui “Il Signor Astensionismo”.

Già in altre occasioni ha fatto la sua comparsa, talvolta richiamato a gran voce da chi necessitava della sua presenza per raggiungere i risultati sperati, altre volte non invitato come un’ospite indesiderato di cui si può fare volentieri a meno.

Se nel 2004 la percentuale di consensi da lui ottenuta fu del 35% , il 2009 è stato un anno ancora più favorevole (40% circa gli astenuti), il che  significa che un italiano su 3 non ha votato (3 milioni di voti persi per il Pdl e 4 milioni per il Pd).

Ma come noi figli del tubo catodico e nipoti del plasma non più “plasmati” dalla nostra cara tv balia? Cosa è successo? Abbiamo or dunque riacquistato il senno? Ci siamo forse riappropriati del nostro libero arbitrio?

A dispetto di una campagna elettorale martellante e pervasiva (come le altre peraltro!), l’elettore chiamato costantemente a recarsi alle urne, ha deciso di astenersi dal voto, manifestando così la sua disaffezione nei confronti del sistema politico.

Pd e Pdl , i due grandi partiti del Paese si sono mobilitati per scongiurare l’astensione di parte dei rispettivi elettorati. “Non si capisce cosa c’è in gioco, non è il momento del voto di protesta. Capisco la delusione ma non e’ il momento di astenersi” ha ribadito più volte il leader del Pd Dario Franceschini. Gli fa eco Fabrizio Cicchitto del Pdl  che ha chiesto all’elettorato di “battere l’assenteismo nella consapevolezza che questa manovra di destabilizzazione possa essere respinta soprattutto con il concorso attivo della grande maggioranza del popolo italiano che è con Berlusconi”. L’ipotesi di un elevato astensionismo è stata ventilata anche dal governatore della Regione Lazio, Piero Marazzo che prima delle elezioni ha dichiarato: ”L’astensionismo alle prossime elezioni europee e’ un rischio. Dobbiamo però evitare che questo accada. Molti dei destini dei territori sono nelle mani del Parlamento europeo. Invitiamo i cittadini a votare, insegniamo che il destino e’ sempre nelle loro mani. Mai abbandonarlo agli altri”.

Le affermazioni sopra riportate dimostrano il tentativo da parte di ambo le parti di dissuadere gli elettori dalla scelta astensionista, controproducente per entrambi gli schieramenti.

La stracopertura mediatica dei leader di maggioranza e opposizione sembra però non aver portato ai risultati che ci si era prefissati, l’alta percentuale di astenuti ne è la riprova.

Quanto è stato appena detto va a centrare uno dei punti fondamentali della Teoria Della Tecnica Sociale dell’Informazione, ovvero che il Soggetto Recettore non è passivo e facilmente condizionabile, non un burattino insomma, ma al contrario un Soggetto che dimostra di avere pari dignità rispetto al Soggetto Promotore e dotato delle sue stesse facoltà opinanti.

A questo punto, si potrebbe obiettare che esiste una forma di “astensionismo passivo”, che si traduce semplicemente nella totale indifferenza e nel completo disinteresse nei confronti della politica. Al centro della nostra trattazione sta invece una forma di  astensionismo  cosiddetto “ attivo” per cui il Soggetto Recettore, consapevole dei suoi mezzi, diventa a sua volta Soggetto Promotore di un messaggio politico, che non potrà lasciare indifferenti i Soggetti Recettori (mondo politico) cui si rivolge.

Un simile messaggio politico, benché espresso da una parte dell’elettorato, questo è bene precisarlo, è risultato significativo e decisivo nel determinare l’esito finale di questa consultazione elettorale. In virtù della  sua importanza non può essere trascurato, ma va considerato per poi diventare oggetto di una profonda riflessione e revisione politica.

Facciamo ora un passo indietro e ritorniamo al discorso relativo alla pervasività e all’influenza dei mezzi di comunicazione.

Quanto detto finora sembrerebbe dunque smentire tutte quelle teorie che tra gli anni ‘50 e gli anni’60  hanno fatto degli effetti illimitati dei media e del loro potere persuasorio il loro credo.

Tra queste citiamo la cosiddetta “teoria della cospirazione” elaborata da Adorno, Horkheimer e Marcuse , esponenti della Scuola di Francoforte. I tre autori sono noti per le loro aspre critiche al sistema dei mass media, una vera “industria culturale” – come la definivano – che manipolerebbe l’individuo per integrarlo in un sistema di produzione oppressivo.

L’idea che muove Adorno è che i mezzi di comunicazione di massa fanno introiettare all’individuo il sistema esistente e i valori o i disvalori della società. Al fondo di questa critica c’è un presupposto ben preciso e cioè che i mass-media non sono qualcosa di neutro, non sono meri contenitori che possono essere riempiti con i contenuti più vari. Per Adorno i mezzi di comunicazione di massa sono essi stessi ideologia  perché il loro compito precipuo è quello di diffondere un’immagine del mondo che sia accettabile da tutti, è quello di sviluppare linguaggi uniformi e standardizzati che vadano bene per tutti e che quindi,  inevitabilmente contribuiscono a un conformismo generale.

Adorno fa l’esempio della pubblicità, cui ha dedicato  numerosi   saggi importanti di analisi sociologica, perché nella pubblicità ha visto il tipico strumento di manipolazione delle coscienze: la pubblicità sembra qualcosa di innocente, ma in realtà è uno strumento di seduzione, manipolazione e di addomesticamento degli individui. La pubblicità, nonostante la sua forma seducente, è uno strumento diabolico per manipolare la coscienza individuale, per trasformare gli uomini in robot, in manichini, in qualcosa che possa servire agli scopi del sistema sociale . Quindi l’individuo risulterebbe in questo senso, un essere inerme in  balia del potere mediatico; in realtà la pubblicità, soprattutto oggi, deve confrontarsi con un utente-consumatore tutt’altro che  sprovveduto, ma anzi sempre più critico e partecipe nella fruizione e ricezione del messaggio che gli viene proposto.

Secondo Marcuse invece, i mass media non permetterebbero l’indipendenza del pensiero, l’autonomia e il diritto all’opposizione politica e priverebbero l’uomo della funzione critica .

Abbiamo già notato come  media quali giornali, tv e internet risultino dei soggetti cooperanti e non la causa principale e decisiva nel processo di formazione dell’opinione dell’elettore.

A tal proposito possiamo citare la teoria del “flusso a due fasi della comunicazione” di Lazarsfeld, Berelson e Gaudet, che prende le distanze, in maniera netta, dalla teoria ipodermica[1]. Secondo la teoria dei tre autori, la risposta ai messaggi veicolati dai media non è diretta e immediata, ma mediata e influenzata dalle relazioni sociali. Cosa ancor più importante gli individui non sono tutti uguali di fronte alle campagne mediali, ma hanno differenti ruoli nei processi comunicativi.

Diversi sono gli elementi che condizionano e orientano gli elettori nelle loro scelte di voto. La scelta finale dell’elettore, anche quella di non votare, rappresenta il prodotto di un processo decisionale in cui si inseriscono numerosi fattori che influenzano la preferenza o l’astinenza finale. Tra questi troviamo:
– caratteri sociali ed economici durevoli
– identificazioni partitiche di lungo periodo
– predisposizione in materia di politiche
– preferenze relative a temi di politiche correnti
– percezioni delle condizioni attuali del paese o personali
– valutazione retrospettiva dell’amministrazione in carica e dei suoi risultati
– valutazione delle qualità personali dei candidati
– valutazioni prospettive della potenziale efficacia futura dei candidati e dei partiti.

Analizziamo, ad esempio, il fattore relativo alle percezioni delle condizioni attuali del paese o personali. Sappiamo che la campagna elettorale appena trascorsa, è stata segnata da numerose interviste rilasciate dal premier Silvio Berlusconi, che spesso assumevano più la forma di messaggi autogestiti. In una maxi-intervista rilasciata a “Porta a porta”, il presidente del consiglio ha sostenuto: “Oggi non c’è nessuno che perdendo il lavoro non venga aiutato dallo Stato. C’è la cassa integrazione per i precari, così come per i lavoratori a progetto”.

Questo passaggio dell’intervista potrebbe rispondere a verità per tutti coloro che non si trovino a vivere la condizione di precari, coloro invece che fanno i conti con questa realtà hanno una percezione ben diversa di una simile affermazione e tale percezione influirà nella loro scelta di voto più dell’onnipresenza di un qualsiasi leader politico in una qualche trasmissione televisiva.

In definitiva, vediamo come variabili quali il contesto, l’ambiente, la condizione socio-economica e le relazioni sociali concorrano in misura determinante a delineare e definire le scelte di voto dell’individuo. A dimostrazione del fatto che il libero arbitrio resiste al presunto strapotere dei media.

Corso di Laurea in Editoria, Media e Giornalismo                                                                 Anno Accademico 2008/2009           Corso di Tecniche di Relazione, Prof.Ragnetti.                Emilia Secci e Valentina Altavilla

[1] Teoria Ipodermica si caratterizza per una relazione diretta e univoca che lega lo stimolo alla risposta. I postulati sui quali si fonda sono principalmente quattro: il pubblico è una massa indifferenziata, i messaggi veicolati dai media sono potenti fattori di persuasione, gli individui sono indifesi rispetto al potere dei media, i messaggi sono ricevuti da tutti i membri alla stesso modo.