Immagine e Comunicazione Politica



Anche per un Partito o Movimento politico l’immagine è importante: essa può determinare i comportamenti delle persone nei suoi confronti.

Il modo come il partito viene percepito influenza gli atteggiamenti e la disponibilità a credere a ciò che il partito dice e a collaborare costruttivamente per il successo dello stesso.
Traguardo massimo raggiungibile attraverso un’ottima percezione: il successo del partito è il mio successo!

L’immagine non è, tuttavia, un prodotto che si possa costruire a proprio piacimento. L’immagine è, soprattutto determinata dalla prestazione: ciò che il partito fa, ciò in cui crede determina nella testa delle persone, tutte potenziali elettori, la sua immagine.

Il compito di coloro che si occupano della comunicazione sia all’interno che all’esterno del partito, consiste nell’assicurare la corretta trasmissione del “credo” e degli obbiettivi e ,soprattutto, la coerenza di tutti i segnali e messaggi trasmessi.

E allora occorre un “guardiano dell’immagine che va tenuta costantemente sotto controllo, onde evitare che si raccolga meno di quanto si è seminato, così come è recentemente avvenuto per movimenti politici velleitari ma privi di immagine (vedi Ingroia, Oscar Giannino, Sinistra critica, Leu e altri).

Se poi vogliamo considerare il partito politico come un prodotto da accreditare presso un’opinione pubblica sempre più instabile e imprevedibile, non possiamo ignorare i dettami di un corretto Marketing politico.

Un MK politico efficace deve essere capace non semplicemente di “vendere”, ma di costruire una relazione a lungo termine: prima di proporre soluzioni e priorità costruite a tavolino, bisogna ascoltare attentamente il cittadino elettore e soddisfare, per quanto possibile, bisogni e aspettative, soprattutto quando le soluzioni necessarie sono tuttora inesistenti. (Da ricordare che un cittadino “soddisfatto” può valere decine e decine di voti….passaparola tra famiglia e parenti, sui luoghi di lavoro, sui rapporti sociali di ogni tipo fino alla bocciofila e al bar dello sport… Esattamente, cioè, in tutti i contesti dove si discutono e si diffondono le opinioni fino a diventare opinioni condivise!!!)

E allora diventa importante il linguaggio dei politici in grado di innescare i processi di opinione presso i cittadini/elettori.

Certamente il linguaggio verbale e quello non verbale: linguaggio come stimolo all’apparato sensoriale di chi ci guarda e ascolta, per arrivare alla percezione e alle successive e inevitabili reti associative.

Sapendo bene che esistono reti associative negative e molto radicate (es. fascista come termine offensivo, al contrario di comunista presso il grande pubblico), il mio linguaggio- stimolo non dovrà mai evocare, riportare alla luce reti associative che magari si stavano affievolendo perchè sostituite da nuove reti figlie di stimoli positivi.

Ma il linguaggio è anche e soprattutto comportamento: un deputato che fa tentativi di aggressione in aula o in piazza, non può che evocare le peggiori reti associative presso coloro che si vorrebbe conquistare alla causa.

Di positivo potrebbe esserci l’immagine di “uomo forte”, che non si fa prendere per il naso da nessuno e, quindi, l’evocazione di “reti associative positive” che, tuttavia, sono presenti soltanto presso coloro che già danno il loro consenso a quel partito.

Ma così non si cresce!!! Riaffermando i nostri valori forti, si fa apologia della storia, si impone la nostra visione della storia; ma i contemporanei la storia la vogliono vivere, la stanno vivendo qui ed ora e si aspettano che un partito politico li capisca ora, e li rafforzi ora in quei valori in cui essi credono ora.

La politica non è scienza del passato e non può essere conservazione in una democrazia basata sul consenso popolare: fare politica significa vivere il presente e governare il futuro. Significa conoscere le istanze sociali e non aver paura di idee e proposte concrete che la società stessa ci pone.

L’accettazione e, laddove possibile, la realizzazione delle stesse, contribuirà in maniera determinante alla creazione della miglior immagine non solo presso i nostri elettori, ma anche presso tutti gli altri cittadini che potrebbero vederci sotto un’altra veste e, magari, darci il loro consenso.

Prof. Giuseppe Ragnetti